by Claudia Sbarra, Italian, exclusive for The diagonales
Se hai raggiunto la saturazione sentendo ancora parlare attorno a te di corona virus, se la situazione politica ed economica del nostro paese ti opprime perché perennemente in stallo, se a livello internazionale gli altri stati, europei e non, se la passano altrettanto male e fingono di ignorarlo tu allora guadagna il largo, con possenti bracciate, e sistemati su uno scoglio.
Si, intendo proprio una di quelle rocce granitiche lungo una delle nostre meravigliose coste, scegli tu quale, purché lontana dalle spiagge più o meno frequentate e dai suoi relativi schiamazzi.
Lo scoglio lambito dalle onde, corteggiato dai ricci e dalle patelle, approdo sicuro per chi come me, di questi tempi, ha bisogno di rigenerare la mente e dare sollievo all’anima così provata e stanca nel toccare con mano l’arrancare di questa umanità. Una umanità, fammi dire, alla deriva che sembra avere perso la rotta, servirebbero dei bravi timonieri al comando per raddrizzarla e portarla in un porto sicuro.
Ma torniamo al mio scoglio, accogliente e immobile, saldo punto di riferimento a dispetto dei secoli che gli sono passati addosso, delle metamorfosi planetarie, dei cicli di vita terreni dai giorni della creazione ad oggi.
Lui è ancora lì punto saldo, roccia perenne e inamovibile, a suo modo accogliente e paziente, rifugio sicuro per chi come me vuole sentirsi accolta e al sicuro.
Chiudo gli occhi e sento il suo calore mentre il frangere ritmico dell’onda contro di lui si trasforma in colonna sonora. Noi perfettamente soli nel nostro incantesimo di inizio estate. Mi abbandono al suo calore, lascio i pensieri fluire e prendere il largo. La mente deve essere sgombra da affanni e preoccupazioni, niente deve distrarla da questo nostro silenzioso e magico connubio.
Finalmente stesa e con la mente in sosta nella più assoluta tranquillità inclino il capo verso una sconfinata distesa d’acqua sulla quale il mio occhio si perde. Come resistere a quello sfavillio abbagliante dei raggi del sole che si rifrangono in superfice?
Un gabbiano plana sopra la mia postazione e va a sistemarsi sopra uno scoglio più in alto, sembrerebbe volermi dare confidenza. Giro il capo dal lato opposto e mi soffermo ad ammirare un susseguirsi di scalini scolpiti nella pietra in tempi remoti, come ad evocare una salita verso un tempio sacro o verso una modesta casa di pietra, nei secoli franata e andata distrutta. Una visione suggestiva perché quella scala potrebbe portare ovunque se tu ci lavori di fantasia. Anni addietro mi sono inerpicata fino all’ultimo scalino e su quello mi sono seduta.
Inutile e impossibile andare avanti la vegetazione selvatica delle piante e dei fiori di roccia mi avrebbe ferito i piedi. Da lì, ad occhi chiusi potevo scegliere di trovarmi di fronte alle porte del cielo o ai confini degli abissi più profondi. Ad ognuno di noi scegliere quale direzione prendere per darci sollievo e staccare dai soliti pensieri.
Lo scoglio sta al mare come l’albero alla terra ferma. Saldi punti di riferimento a cui rifarsi e da cui prendere energie. Il nostro corpo sopra o contro di loro per assorbire le loro vibrazioni rigeneranti, la loro forza, la loro sapienza, la loro resistenza e pazienza.
L’albero prima o poi è destinato a morire, lo scoglio o la roccia mai. Certo, nei milioni di anni che gli sono passati sopra, di metamorfosi ne ha subite anche lui ma, anche se modificato nella forma dalle erosioni del mare e dei venti, sempre roccia salda è rimasto. Sapere che è lì come ogni anno ad aspettarmi mi allarga il cuore.
Sappiamo entrare in sintonia come si fa fra persone che si conoscono da tempo, ho imparato ad ascoltarlo e lui a consolarmi. Il mio rifugio sicuro dagli affanni, l’amico disinteressato dal generoso “cuore di pietra”.
A me va bene così.
Claudia Sbarra è nata a Roma dove tuttora vive. Ha conseguito una laurea in Lettere moderne (indirizzo antropologico) e a seguire un diploma di laurea in Riabilitazione motoria. Nel 2017 è stata pubblicata la sua prima opera A BASSA VOCE, nel 2019 IN CONFIDENZA, a breve ne uscirà una terza. Le piace indagare sui dubbi e le fragilità delle persone.
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