Photovoices

by Umberto Pagano, exclusive for The diagonales

RIDDLES

Martin Heidegger wrote: “In Angst one has «uncanny» feeling.

Here the peculiar indefiniteness of that which Da-sein finds itself involved in with Angst initially finds expression: the nothing and no-where. But uncanniness means in the same time not-being-at-home (…). Everyday familiarity collapses. Da-sein is isolated, but as being-in-the world. Being-in enters the existential «mode»  of not-being-at-home.

Now, however, what falling prey, as flight, is fleeing from becomes phenomenally visible. It is not a flight from innerworldly beings, but precisely toward them as the beings among which taking care of things. Lost in the they, can linger in tranquillized familiarity. Entangled flight into the being-at-home, that is, from the uncannieness which lies in Da-sein as thrown, as being-in-the-world entrusted to itself in its being. Not-being-at-home (Ex-propriation) must be conceived existentially and ontologically as the more primordial phenomenon (SuZ, §40).

Riddles: they either delight or torment. Their delight lies in solutions. Answer provide bright moments of comprehension perfectly suited for children who still inhabit a world where solutions are readily available. Implicit in the riddle’s form is a promise that the rest of the world resolves just as easily.

And so riddles comfort the child’s mind which spins wildly before the onslaught of so much information and so many subsequent questions. The adult world, however, produces riddles of a different variety. They do not have answers  and are often called enigmas or paradoxes. Still the old hint of the riddle’s form corrupts these questions by re-echoing the most fundamental lesson: there must be an answer. From there comes torment” (Mark Z.Danielewksi).

But, in the specific case, a table, the heat, a cup of coffee, what once was just a phone… may be enough.

And that’s it.


ROMPICAPI

Ha scritto Martin Heidegger: “Nell’angoscia ci si sente «spaesati».

Qui trova espressione innanzitutto la indeterminatezza tipica di ciò dinanzi a cui l’Esserci si sente nell’angoscia: il nulla e l’in-nessun-luogo. Ma sentirsi spaesato significa, nel contempo, non-sentirsi-a-casa-propria. (…). La familiarità quotidiana si dissolve. L’Esserci resta isolato, ma lo è come essere-nel-mondo. L’in-essere assume il «modo» esistenziale del non-sentirsi-a-casa-propria.

Si è così reso visibile fenomenicamente ciò davanti-a-cui la deiezione, in quanto fuga, fugge. Non davanti all’ente intramondano, poiché questo ente è proprio ciò verso cui avviene la fuga, e su cui può soffermarsi il prendersi cura dominato dalla familiarità tranquillizzante e perso nel Si. La fuga deiettiva verso il sentirsi-a-casa propria, cioè davanti a quel sentirsi spaesato che è proprio dell’Esserci in quanto essere-nel-mondo gettato e rimesso a sé stesso nel proprio essere. Dal punto di vista ontologico-esistenziale, il non-sentirsi-a-casa-propria (Es-propriazione) deve essere concepito come il fenomeno più originario” (SuZ, §40).

I rompicapi, croce e delizia. La delizia sta nella soluzione. Le risposte innescano momenti di illuminazione che ben soddisfano i più piccoli, i quali abitano ancora un mondo in cui le soluzioni sono a portata di mano. Implicita nella natura del rompicapo è la promessa che il resto del mondo si possa risolvere altrettanto facilmente.

Così il rompicapo conforta la mente infantile, che vortica dinanzi a tutte quelle informazioni e alle conseguenti domande. Il mondo adulto, tuttavia, produce rompicapi di altro genere, rompicapi privi di risposta che spesso vanno sotto il nome di enigmi o paradossi. D’altro canto la loro tradizionale forma di rompicapo li tradisce riecheggiando la morale fondamentale: una risposta deve esserci. Di qui la croce” (Mark Z.Danielewksi).

Ma, nello specifico, un tavolo, il caldo, una tazzina di caffè, quello che una volta era solo un telefono… possono bastare, forse.

Ecco.


Umberto Pagano insegna “Sociologia della Cultura” presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. E’ tremendamente appassionato di Bach. Ha 47 anni, una moglie, due figli e tre pesci rossi. Non ama essere fotografato. La sua ombra si.