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by Roksana Reyhanian, Redactor from Iran of thediagonales
“Perché abbiamo avuto la crisi di COVID-19? Si trattava di un’agenda politica nascosta o di una guerra biologica? O piuttosto della risposta equilibrata dell’universo di fronte ad una eccessiva distruzione della natura da parte dell’uomo? Non ne sono sicuro. Dovremo aspettare e vedere cosa succederà”.
Questa è stata la risposta più soddisfacente che ho sentito in questi giorni.
La crisi attuale ha alcune caratteristiche che si intrecciano direttamente con il nostro stile di vita, le abitudini, i comportamenti, le nostre credenze e la questione della morte.
Nonostante le ampie ricerche condotte in tutto il mondo, l’origine e la destinazione finale del virus non sono ancora note.
Il Coronavirus non parla e non può essere visto. Si muove tra di noi senza dare alcun segno, caratteristiche che aumenta la sua natura sconosciuta e indeterminata. Normalmente, il pubblico interpreta questi fenomeni in tendenza in base ai suoi interessi o alle sue informazioni. “Pare ovvio che abbiamo un disperato bisogno di trovare un significato e che quando ci vengono presentati dati comportamentali variabili, senza significato, gli diamo un altro significato aggiustandolo in un quadro spiegabile simile, perché è quello che cura. Questo significato è creato per guarire lo stress derivante dalla vita e da un mondo senza una struttura prevedibile “[1].
Ho visto spesso ripetersi alcune reazioni sbagliate della gente del mio Paese, l’Iran, riguardo al comportamento ed alle politiche del governo. Il nostro popolo ha sempre vissuto diverse crisi, anche economiche, culturali o di guerra. Dovremmo quindi essere abituati alle emergenze. Tuttavia, nel caso del COVID-19 il punto importante di quella attuale è che le reazioni e le posizioni intellettuali del popolo sono cambiate molto e in breve tempo.
A mio parere, ogni volta che le nostre credenze falliscono, c’è l’opportunità di rivedere e riformare i nostri precedenti “saldi” pensieri per avere migliori convinzioni nelle crisi future. In alcuni casi, potrebbe anche esserci l’opportunità di uscire dal circolo vizioso delle diverse crisi ripetitive! Come sappiamo, secondo la legge del consumo minimo di energia la mente tende a consolidare le esperienze e i loro significati.
L’epidemia di coronavirus in Iran ha dovuto affrontare due tipi di reazioni, che agli occhi della popolazione hanno gettato un grave discredito sul governo (si tenga presente che le prese di posizione e le diverse analisi appartengono generalmente alla classe media della società e che, nonostante il loro basso numero di appartenenti, sono loro che possono creare cambiamenti e riforme).
Da un lato, la notizia dello scoppio del virus in Iran non è stata presa sul serio. L’opinione pubblica credeva che si trattasse di un nuovo metodo per coprire le recenti catastrofi avvenute in Iran a causa dell’incompetenza dei funzionari governativi. Dall’altro lato, un altro gruppo di persone credeva che la Repubblica Islamica dell’Iran avesse sottaciuto l’epidemia di coronavirus per poter tenere le elezioni parlamentari e per questo l’avesse reso pubblico troppo tardi, col risultato di una incapacità di contenere la diffusione del virus! Inoltre, gli enti di informazione iraniani hanno pubblicato notizie contraddittorie a questo proposito. Di conseguenza, differenze di opinione e gravi problemi economici della popolazione, hanno fatto sì che una quarantena integrale non sia mai stata attuata in tutto l’Iran.
“Nel corso della storia dell’Iran (salvo alcune eccezioni), c’è stata una contraddizione fondamentale tra governo e società. I governi sono stati autoritari, e il popolo ha avuto la speranza di un cambiamento. e questo ha portato alla frustrazione del popolo“[2].
Lo scoppio del coronavirus in Iran è iniziato nella città di Qom, che è considerata la capitale religiosa del paese e che ospita anche la maggior parte del clero iraniano. Pertanto, un senso di felicità e di vendetta era evidente tra la popolazione. Credere nel karma e nella resurrezione ha un’origine profonda nella cultura iraniana e per questo la gente esprimeva la propria felicità e soddisfazione.
Inoltre, i social media sono stati inondati di contributi derisòri. Per via della mancanza di libertà di parola degli ultimi decenni, gli iraniani spesso esprimono drammatici incidenti politici e sociali sotto forma di satira e ironia, e sono veramente maestri in questo campo, per non parlare dei molti testi letterari storici in Iran, scritti in questo periodo sotto forma di una efficace satira sociale.
In conclusione, a causa della cattiva gestione del governo, dei problemi economici e della mancanza di un consenso generale della popolazione, la malattia quindi si è trasformata in Iran in un’epidemia.
In questa situazione, il ruolo di questo virus giustiziere è stato interpretato come un nemico che medici e infermieri stanno combattendo. Naturalmente, il governo era molto interessato a promuovere questa mentalità, perché per anni il concetto di “nemico immaginario” dell’Iran è stato utilizzato come strumento per coprire gli errori e il cattivo governo. Così vige in larga parte dell’opinione pubblica l’idea che una guerra biologica sia stata condotta da Paesi che sono politicamente contro il paese, e che lo scopo di tale cospirazione che fa soffrire il popolo innocente è quella di eliminare il sistema di potere esistente in Iran!
Ma c’è un dato culturale che bisogna considerare ed è importante.
“Il popolo iraniano raramente crede alla superficie di ogni evento, fenomeno, commento o suggerimento. [Gli iraniani] credono fortemente che la superficie sia fuorviante e che la verità si nasconda sotto di essa. Il riflesso più famoso di questo approccio si può vedere nella Teoria della cospirazione. Questa non è certamente nata in relazione all’Iran e, sebbene sia stata sviluppata nelle società occidentali, ha una radice profonda in Iran. Un esempio perfetto potrebbe essere la tendenza a credere nell’intervento della Gran Bretagna negli affari interni dell’Iran, anche nelle questioni di scasrsa importanza… “[3]
Infine, la diffusione di COVID-19 in tutto il mondo ha portato una gigantesca sorpresa e un dilemma per le persone. “Quando una persona non è in grado di trovare uno schema con cui dare spiegazioni, non solo si sente infastidita e insoddisfatta ma diventa anche disperata. Al contrario, se riesce invece a decifrare un significato dagli eventi, questo gli darà sempre un senso di superiorità“.[4]
La paura della morte è ormai così onnipresente ed è così grande che una parte considerevole della vita viene spesa per negare la morte. I social media oggi sono pieni di cibi colorati, ricette culinarie, giardinaggio, fiori primaverili pieni di vita, sfide sorridenti, bei ricordi e altre frasi positive. Tutta la nostra vita è stata permeata di un senso di falsa superiorità e felicità per anni e il risultato, a quanto pare, è le vendite sono diminuite e molti beni non sono venduti … Ciò è positivo ma rischia di non farci vivere una vita reale.
Voglio dire che se è vero che la negazione della morte e l’invito alla vita è uno dei momenti più belli della vita umana, nel contempo è doveroso riflettere su tutti i pesanti costi materialistici e mentali che paghiamo per quello.
Alla fine di questi giorni, la convinzione della reazione della natura darà forza, e ciò significa che avremo oppresso la natura, e la nostra possibile morte contribuirà a stabilire la giustizia nell’universo. “C’è qualche significato nella mia vita che non verrebbe eliminato dall’inevitabile morte che mi aspetta? “[5]
Infine, bisogna tenere presente che lo stile di vita dell’umanità durante gli anni passati ha portato alla distruzione di una parte considerevole della natura. Così in effetti la natura si è trasformata costantemente per stabilire un equilibrio e non per portare giustizia e punizione! La giustizia, l’oppressore, la vittima e la supplica sono solo concetti creati dall’uomo, che gli hanno causato prezzi pesanti da pagare. Da questo punto di vista, la crisi attuale potrebbe essere un’opportunità per liberarci dalla schiavitù delle nostre “salde” credenze e dei nostri sistemi autoritari.
[1] I. D Yalom, Existential Psychoterapy, New York, Basic Books, 1980,
[2] H. Katozian, The Persians: Ancient, Mediaeval, and Modern Iran, Yale University Press, 2009
[3] H. Katozian, The Persians, cit.
[4] I. D Yalom, Existential Psychoterapy, cit.
[5] L.Tolstoy, My Confession My Religion, The Gospel in Brief, (New york: Charles Scribner, 1929)