Indovina Indovinello
Tutte le riviste, cartacee o on line e comunque tutti gli spazi ove il pubblico si scambia delle informazioni, dedicano anche una pagina, almeno una volta alla settimana, ai cruciverba, al sudoku, alla satira, o a vignette ludiche e ironiche.
Oggi vorrei fare altrettanto su “Diagonales”
Confesso che io sono vittima di una eccessiva serietà e compostezza tanto da essermi spesso sentito rimproverare di essere una persona crepuscolare, schivo alle battute e alla risata.
Avendo superato da molto tempo non solo “il mezzo del cammin di nostra vita”, ma l’intero percorso, oggi vorrei correre ai ripari prima di arrivare al capolinea.
Ci provo con un indovinello.
L’ispirazione arriva dal centenario della nascita del grande Alberto Sordi che ha declinato le debolezze e spesso le meschinerie dell’italiano medio.
Un inciso. Io aborro il “piangersi addosso” che ci vorrebbe un popolo inferiore, per capacità e fermezza caratteriale, al resto dei paesi occidentali. Più di una volta, nei tanti Gruppi di Lavoro Internazionali a cui ho collaborato, è accaduto che un partecipante ironizzasse – più o meno velatamente – su qualche (pur legittima) colpa italiana. Mi sono sempre alzato in piedi e chiesto pubbliche scuse.
Torniamo ad Alberto Sordi e al capolavoro di Mario Monicelli del 1981, ambientato nella Roma papalina degli inizi del 1800. Il Marchese del Grillo è un frequentatore di osterie frequentate da popolani e ama burlarsi di tutto e di tutti, come quando, rivendicando il suo diritto alla libertà, si rivolge appunto ad un gruppo di popolani con la celebre frase: “Mi dispiace ma io so’ io e voi non siete un cazzo!”
Ed ecco l’indovinello:
Chi è l’erede del Marchese del Grillo degli anni 2000?
Fornirò alcuni dettagli (anzi molti) ma non tutti, altrimenti si scopre immediatamente la soluzione.
Come tutti gli indovinelli che si rispettano inizio con:
a) C’era una volta un aspirante Statista che, in quanto tale, invocava costantemente il “popolo sovrano” a cui chiedeva i poteri necessari per fare la sua volontà.
b) In una campagna elettorale l’aspirante Statista partecipa ad un’alleanza
c) L’avversario politico dichiarato è ben individuato: oltre ai vecchi partiti di potere, anche un nuovo movimento e altri partituncoli
d) Il popolo sovrano però – in mezzo a tanta scelta – è disorientato. Non riesce ad esprimere una maggioranza per formare un governo
e) Inoltre, meno di due elettori su dieci votano per l’aspirante Statista. La corretta e trasparente lettura dei numeri rivela che il popolo sovrano non gli ha certo conferito alcuna investitura.
f) Quando Monicelli girò il film l’aspirate Statista era forse un bambino, chi lo sa? Di certo ricorda tutto del film: ogni scena e ogni frase. Sa che in realtà “voi non siete un cazzo”
g) Tradisce quindi senza indugio l’alleanza e si allea con il nemico di prima. Naturalmente non c’è interesse alcuno per le poltrone, che disprezza. Tutto viene fatto nell’interesse del popolo (sovrano?)
h) È una burla?
i) Sicuramente sì. Come tutti gli scherzi, anche questo ha un lieto fine e sceglie un giorno di vacanza per porvi in allegria la parola “fine”. E tutti rimasero in vacanza.
j) Quelli che occupano ora le poltrone lasciate libere sono accusati di essere soltanto “predatori di poltrone” (senza saperlo dice una cosa seria), ma gli hanno reso pan per focaccia. Hanno usato il suo stesso gioco che si fa a Palazzo (del Marchese del Grillo?}
k) Passano mesi e arriva il terribile corona virus. Nessuno ha voglia di scherzare, ma lui cosa fa? Continua a prendersi gioco di tutti, soprattutto della gente che soffre ed è in difficoltà economica e che tutta assieme forma il “voi” del Marchese del Grillo: “Mi dispiace ma io so’ io e voi non siete un cazzo!” Io posso dire tutto e il contrario di tutto a giorni alterni. Da aspirante Statista sa che prima o poi ci indovinerà!
l) Così un giorno d’inverno scrive: «non è il momento delle mezze misure: servono provvedimenti radicali, serve l’ascolto dei virologi e degli scienziati, … servono controlli ferrei ai confini su chi entra nel nostro Paese». Ma i virologi e gli scienziati chiedevano agli italiani il distanziamento sociale, l’isolamento volontario, di evitare assembramenti e poi la chiusura della Lombardia dove di lì a poco si sarebbe scatenato il grande focolaio da Covid-19
m) Qualche giorno dopo, sempre in inverno, lui vorrebbe invece riaprire l’Italia luogo bello e sicuro che “per responsabilità di qualcuno sembra che venire a fare una settimana bianca in Trentino…venire a visitare i bronzi di Riace…sia pericoloso, no, no, no.” (Tre volte no)
n) Passano pochi giorni, la primavera fa capoccella et voilà: Abbiamo chiesto misure forti, drastiche, subito: chiudere tutto adesso per ripartire sani. Fermi tutti! Per i giorni necessari, mettiamo in sicurezza la salute di 60 milioni di italiani. Chiudere, prima che sia tardi».
Chiudere, riaprire, chiudere, riaprire. Quale la soluzione suggerita? Da aspirante Statista sa bene che sarà difficile che una non vada bene.
Poi arrivano i giorni delle mascherine. Il comportamento corretto da tenere?
La indosso, me la tolgo, la indosso, me la tolgo….
Caro Lettore, mi scuso per non averti offerto sufficienti indizi per trovare la risposta giusta, ma il Palazzo (del Marchese del Grillo) è affollato. Molte sono le risposte possibili all’indovinello…
Fai la tua scelta in tutta serenità: puoi rispondere, smentire, rispondere, smentire…
Prima o poi c’indovini!
Buona giornata
Danilo Battistelli, Italiano, è nato a Gubbio nel 1948. Si è laureato nel 1972 a Siena (cum Laude) in Economia, con una Tesi sull’Unificazione Monetaria Europea e ha conseguito un Master alla Sussex University, UK.
Ha svolto la sua attività professionale nell’area finanza in Italia, in collegamento costante con Parigi, Bruxelles, Londra e Francoforte. Dopo essere stato Direttore Generale di CC&G SPA, facente parte del Gruppo Borsa Italiana e dal 2007 del London Stock Exchange Group, ha terminato la sua carriera a Francoforte presso la Banca Centrale Europea.
Oggi si dedica al suo hobby principale, il Bridge, a cui ha dedicato anche due libri di successo.