by Apollonia Nanni, exclusive for thediagonales
L’Arte ha una funzione salvifica e necessaria per l’essere umano.
Immaginate per un attimo i nostri Musei Italiani ricchi di collezioni dei più grandi Artisti che ci hanno resi grandi nel mondo, Caravaggio, Michelangelo, Veemer, Tiziano…contenitori di altra mercanzia, senza il trionfo delle Pitture degli olii su tela del racconto dei nostri avi attraverso le pennellate di tali geni, quanto vuoto nella nostra vita! Vi siete chiesti quante incredibili storie d’amore si celano dietro la scelta del conteso bene da collezionare? Possedere l’oggetto amato avvicina ad una intima concezione di infinito, una sorta di traslazione celestiale, visionario e folle, devoto in un atto di conclamata fede.
Il Collezionista! Ci sono esempi fulgidi di persone, nonostante gli affanni della vita, e per rifuggire, hanno costruito oasi immense dove ripararsi insieme a collezioni d’arte speciali.
Attraverso l’arte oggi si può esprimere la nostra voce più segreta quella che spesso non trova spazio nella quotidianità, ci permette e promette di lasciare una traccia eterna della nostra storia, di ciò che siamo e cosa la vita ci ha insegnato.
“In hoc signo vinces”: sono ciò che ho e quel che mi circonda è significato del mio significato. (In questo segno vincerai). Felici di rendersi tali!
L’ Arte resiste oltre le distanze. Miracolo dell’Arte!
INTERVISTA DI APOLLONIA NANNI A TOMMASO TISOT
La cosa più difficile, scrive Nietzsche, è diventare quello che sei. Lei quando si è scoperto collezionista, quando è nata questa passione?
Diciamo che mastico arte da sempre in famiglia e quindi sono appassionato d’arte da quando sono bambino. Anche i miei genitori sono appassionati d’arte e possiedono una collezione e questo ha sicuramente aiutato.
Io poi ho cominciato a collezionare attivamente dal 2014, in un momento in cui le mie entrate economico-finanziarie me lo hanno permesso. Comunque, subito dopo gli studi universitari, ho iniziato ad acquistare qualche opera d’arte, ma da sei anni a questa parte acquisto molte opere d’arte ogni anno. Se penso solo a quest’anno ho già comperato sei opere d’arte e sono due mesi che siamo chiusi in casa….
Qual è il percorso più stimolante per un collezionista? Guardare e visitare molte mostre? Visitare gli studi degli Artisti?
Il mio modo di essere collezionista innanzitutto parte da uno stretto rapporto con gli artisti e quindi sicuramente quello di visitare anche i loro studi e di passare del tempo con loro per comprendere e studiare i loro progetti, le loro idee e la loro carriera. Questo è quello che mi emoziona di più e che ritengo sia il mio percorso di collezionista. Seguo e sostengo soprattutto emerging artist e anche in questo difficile momento storico ho comprato delle loro opere per aiutarli e sostenerli. Comunque, a mio modesto avviso, un collezionista deve avere si molto fiuto e occhio, ma questo si allena e si costruisce anche visitando mostre, fiere ed altri eventi legati all’arte.
Lei è ideatore del fondo destinato alle giovani gallerie di Artissima. Una bella sfida per un sistema che tende a soffocare chi fa ricerca. Vuole esporre la sua idea salvifica in merito?
Si certo! È un’idea che è nata tre anni fa. Il tutto è partito dal mio modo di essere collezionista e di voler aiutare e supportare gli artisti emergenti e di conseguenza le gallerie che fanno ricerca. In particolare, volevo capire come poter aiutare gli artisti emergenti nel sistema fiere e ho pensato che il modo migliore fosse quello di supportare le giovani gallerie che fanno ricerca, le quali devono sempre fare i conti di come investire correttamente i loro soldi. L’idea del fondo e del premio nasce da una serie di ragionamenti e riflessioni tra me e la direttrice di Artissima, Ilaria Bonacossa. Con il supporto economico che la mia società, Professional Trust Company S.p.A., dà alle gallerie per coprire i costi di partecipazione alla fiera, queste possono investire sul lavoro degli artisti. In questo momento sto pensando a come rimodulare la formula di tale fondo, in modo da poter dare supporto diretto anche agli artisti, oltre che alla galleria, coinvolgendo altri miei amici collezionisti nel progetto.
La Cultura può generare economia?
A mio modo di vedere assolutamente si! Il nostro paese potrebbe vivere per la gran parte di cultura e di turismo culturale, ma purtroppo abbiamo delle istituzioni e dei soggetti che ci amministrano e che gestiscono la cosa pubblica che non lo capiscono e non hanno capito le enormi potenzialità che il nostro paese offre.
Basta guardare paesi come la Francia, l’Inghilterra e la stessa Spagna che sanno sfruttare bene tale potenzialità della cultura.
Sul punto ho idee ben precise e anche modelli che andrebbero realizzati, ma in Italia tutto è difficile e ognuno guarda solo al suo orticello. Non siamo in grado di fare sistema, a differenza di quel che succede in altri paesi. In questo dobbiamo imparare molto dalla Germania, ad esempio.
Dico questo perché vivo in una provincia, il Sudtirolo, che prende il meglio delle culture tedesca ed italiana, e che nel turismo, ad esempio, ha dimostrato che saper fare sistema generando vantaggi economici per tutti e quindi anche per la cultura, la quale a sua volta genera economia.
Secondo lei ci sarà un cambiamento nel sistema dell’Arte dopo la pandemia? Saremo meno “esterofili” nella scelta degli Artisti?
Credo che la pandemia porterà grandi cambiamenti nel sistema arte in generale, anche a livello globale. Ci sono già grosse discussioni e riflessioni in merito.
Da collezionista sono contento, visto che in questi ultimi anni ho privilegiato e frequentato le piccole fiere, piuttosto che quello più grandi e conosciute.
Verranno a mio modesto avviso privilegiate piccole manifestazioni ed eventi, ed anche le fiere saranno molto meno imponenti. Comunque questo è un modello a cui io stavo già guardando prima della pandemia e stavo già pensando di organizzare anche con gallerie e altri operatori eventi più piccoli e meno di massa. Le gallerie inoltre devono tornare a privilegiare gli eventi nei loro spazi e attirare le persone nei loro luoghi ove si trovano, organizzando esperienze per i loro collezionisti, con il supporto anche di soggetti che li aiutino in questo. Anche qui ho dei progetti in testa.
La questione dell’esterofilia nella scelta degli artisti è una questione più complessa. Ci sono molte componenti che portano alle scelte esterofile che abbisognerebbero di un articolo dedicato ad analizzare tale questione.
Quali sono le sue preferenze artistiche, o meglio quale genere ama collezionare di più?
Come detto la mia è prevalentemente una collezione di ricerca e di emerging artist. Poi per valorizzare la collezione negli ultimi anni ho comprato anche opere di artisti mid-career e più affermati. La quasi totalità della mia collezione privilegia la scultura e anche quando decido di comprare pittura lo faccio sempre con uno sguardo molto preciso. Penso ai lavori più recenti che hanno una forte componente materica.
Ultimante poi ho comprato parecchi lavori di un pittore giovanissimo originario dello Zimbabwe e che vive in Sudafrica, il quale mi sta appassionando anche alla pittura.
Ad ogni generazione di collezionisti equivale una nuova generazione d’artisti?
Questa è una bella domanda. Non lo so, ma credo che una generazione di collezionisti possa sicuramente supportare, se colleziona nel mio modo, una nuova generazione di artisti. Non tutti i collezionisti la pensano come me. Tanti collezionano cercando l’investimento, cosa che non è nella mia filosofia e nel mio pensiero. Secondo me se collezioni per amore per l’arte e per la passione, fai crescere anche una nuova generazione di artisti. Comunque sarà il tempo a dirmi se il mio modo di collezionare mi darà ragione.
Progetti per il futuro?
Tanti, anzi tantissimi! Sogno di organizzare residenze per artisti e progetti a sostegno di emerging artist al di fuori dalle fiere. Sono un vulcano e nella mia testa frullano un sacco di idee. La pandemia ha bloccato due progetti bellissimi che erano in rampa di lancio, ma che aspetto di riprendere non appena la situazione economica lo consentirà. Sto, inoltre, parlando con varie realtà per organizzare eventi mirati e molto più coinvolgenti per appassionati d’arte, collezionisti o per giovani interessati all’arte che potrebbero diventare nuovi collezionisti. Per concludere, il mio sogno più grosso è quello di trovare la location che io ritengo ideale, e che mi sono già immaginato nella mia testa, per creare un laboratorio di idee, residenze, spazi per artisti e per rendere fruibile la mia collezione alla collettività. Non mi interessa che sia un museo privato o una cosa per me, ma per la collettività e per gli artisti, critici, curatori ed altri soggetti che ruotano attorno al mondo dell’arte.
Apollonia Nanni, Italian, artista, pittrice studiosa d’arte. Scrive su diverse testate nazionali. Poliedrica, esprime la sua espressione artistica esplorando i diversi linguaggi artistici: pittura, scrittura, fotografia. Diverse sue opere figurano in diverse collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Immagine in evidenza di Apollonia Nanni
Apollonia Nanni, Italian, is artist, painter, art scholar. She writes for several national newspapers. Multifaceted personality, Apollonia expresses her artistic expression exploring different artistic languages: painting, writing, photography. Several of her works appear in various private and public collections in Italy and abroad. Cover image by Apollonia Nanni